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Margherita di Savoia, la regina anticonformista

Margherita di Savoia, la regina anticonformista

Margherita di Savoia era una Regina davvero anticonformista, piena di vitalità e con tante curiosità da scoprire.

Margherita non era una bellissima donna: biondina, naso un po’ pronunciato, gambe corte, ma con un sorriso molto dolce ed occhi vivaci, con un carattere estremamente forte che ne determinò il suo stile fin dagli inizi.

Fu la prima Regina dell’Italia unita e una delle prima icone di moda: molto famoso era il suo grande amore per le perle e per i gioielli preziosi. Si narra infatti che il Re Umberto le regalasse spesso dei gioielli preziosissimi, forse anche per farsi perdonare per i suoi diversi tradimenti. Margherita infatti dovette convivere sempre con la figura della Contessa Eugenia Bolognini Litta, amante da sempre del Re, e con tutte le altre donne che intrattenevano il sovrano. Sembra infatti che re Umberto fosse un gran donnaiolo, che amasse unirsi sia a donne nobili, sia a donne della servitù, per tenere poi un album fotografico come testimonianza delle sue scappatelle. Quindi più  la collana di perle aveva tanti fili, più il Re doveva farsi perdonare! Un grande classico, no? 🙂

Margherita fu chiamata anche la Regina delle perle, perché spesso viene ritratta seduta con al collo diversi giri di meravigliose perle, e con in testa una corona di diamanti, quasi da far invidia alla bellissima siciliana Franca Florio, altra diva di quegli anni ed ammiratissima.

Margherita fu probabilmente l’unica first lady italiana, un po’ come le mogli dei Presidenti degli Stati Uniti, ma fu anche una grande intellettuale, tanto che si dice il Re a volte la dovesse mettere a tacere perché si vergognava di essere molto meno colto di lei e di non capire i suoi discorsi complicati.

Margherita infatti prendeva lezioni di canto, di pianoforte, di latino; era anche una fine letterata che apprezzava l’opera di Fogazzaro e di Carducci (e Carducci, che pure era un repubblicano convinto, ne rimase affascinato e le dedicò una famosa ode).

Margherita aveva anche, per così dire, un lato più frivolo che consentiva alla borghesia di identificarsi in lei: partecipava a balli e feste; non disdegnava di fumare sigarette; fu affascinata dal cinema (a Monza furono ospiti i fratelli Lumière); si interessò anche l’occultismo, tanto che in una seduta spiritica a cui prese parte predisse la morte del suocero.

Puo’ essere anche denominata una food blogger: ad esempio a Napoli i ristoratori fecero a gara per invitarla nei loro locali e per farle assaggiare le loro specialità. Da qui nacque la famosa pizza Margherita, perché il pizzaiolo Gennaro Esposito creò per lei una speciale pizza con pomodoro, mozzarella e basilico. Lo sapevate?

Una leggenda simpatica racconta anche della regina che anziché usare le posate mangiò un cosciotto di pollo con le dita, come una vera popolana. E nacque subito la filastrocca: “ la Regina mangia il pollo con le dita”, accapparrandosi così le simpatie del popolo che la sentiva vicina.

Un’altra grande passione di Margherita erano le auto: si parla di un suo ricchissimo parco auto, che vennero battezzate con nomi di uccelli ( Sparviero, la sua famosa 500 24/32 HP con la quale macinò ben 5000 km, poi Aquila, Airone, Allodola); fece poi il giro dell’Europa in macchina con il pilota Alessandro Cagno, indossando tutti i vestiti locali. Per lei fu anche creato “Cigno”, il primo camper della storia, dotato di una camera ed un bagno.

La storia di Margherita non può prescindere dal suo legame con Monza e con la Villa. La Reggia, infatti, è il dono di nozze di Vittorio Emanuele II al principe Umberto, erede al trono del Regno d’Italia, e a Margheritache si sono uniti in matrimonio il 22 aprile 1868 a Torino.

La Villa Reale di Monza invece fu data in regalo dal suocero: Margherita fu subito entusiasta di questo dono e stabilisce sin da subito un legame profondo con la Villa Reale e la sente, come lei stessa scrive, “casa nostra veramente, perché il re ce l’ha assegnata in proprio”.

Qui Margherita si diletta nella musica e si circonda di poeti, intellettuali e artisti che trovano in lei una fonte di ispirazione e un modello di grazia ed eleganza.

La maggior parte degli interventi, sia strutturali che decorativi, subiti dalla villa nel corso degli anni per adeguarsi alle nuove esigenze di comfort e funzionalità generate dai repentini mutamenti della società sono voluti da Margherita. La regina dà una forte impronta personale agli arredi e alle decorazioni: il suo gusto raffinato si coglie nelle scelte che compie nelle tappezzerie, negli arredi, e nei suppellettili in generale, nell’organizzazione delle tavolate, sulla presentazione delle pietanze e sulla scelta del menù. Noi adoriamo per esempio la sua toelette, con quella deliziosa carta parati a righe, attualissima anche oggi,  e la sua M sulle decorazioni. Da visitare ……

Ecco invece qui sotto l’ode che Carducci dedico’ alla nostra Regina, che ci piace immaginare sempre sorridente e piena di gioia.

Poesia di Giosuè Carducci
Alla Regina D’Italia

Onde venisti? Quali a noi secoli
sí mite e bella ti tramandarono?
fra i canti de’ sacri poeti
dove un giorno, o regina, ti vidi?

Ne le ardue ròcche, quando tingeasi
a i latin soli la fulva e cerula
Germania, e cozzavan nel verso
nuovo l’armi tra lampi d’amore?

Seguiano il cupo ritmo monotono
trascolorando le bionde vergini,
e al ciel co’ neri umidi occhi
impetravan mercé per la forza.

O ver ne i brevi dí che l’Italia
fu tutta un maggio, che tutto il popolo
era cavaliere? Il trionfo
d’Amor gía tra le case merlate

in su le piazze liete di candidi
marmi, di fiori, di sole; e ‘O nuvola
che in ombra d’amore trapassi,
l’Alighieri cantava – sorridi!’

Come la bianca stella di Venere
ne l’april novo surge da’ vertici
de l’alpi, ed il placido raggio
su le nevi dorate frangendo

ride a la sola capanna povera,
ride a le valli d’ubertà floride,
e a l’ombra de’ pioppi risveglia
li usignoli e i colloqui d’amore:

fulgida e bionda ne l’adamàntina
luce del serto tu passi, e il popolo
superbo di te si compiace
qual di figlia che vada a l’altare;

con un sorriso misto di lacrime
la verginetta ti guarda, e trepida
le braccia porgendo ti dice
come a suora maggior ‘Margherita!’

E a te volando la strofe alcaica,
nata ne’ fieri tumulti libera,
tre volte ti gira la chioma
con la penna che sa le tempeste:

e, Salve, dice cantando, o inclita
a cui le Grazie corona cinsero,
a cui sí soave favella
la pietà ne la voce gentile!

Salve, o tu buona, sin che i fantasimi
di Raffaello ne’ puri vesperi
trasvolin d’Italia e tra’ lauri
la canzon del Petrarca sospiri!


Monzese doc, curiosa scopritrice della propria città, amante degli eventi particolari, romantica cittadina che adora girare sulla sua bicicletta alla scoperta di cose nuove da condividere.

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