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Piazza Trento e Trieste: storia e curiosità

Piazza Trento e Trieste: storia e curiosità

Piazza Trento e Trieste è sempre stato un luogo di incontro per noi monzesi: quante volte abbiamo detto “Ci vediamo al Monumento dei Caduti?”.

Le piazze sono i cuori pulsanti delle nostre città e paesi. Sono luoghi di incontro, scambio, riunione, scenari per gli avvenimenti più importanti e spesso simboli veri e propri del luogo in cui si abita. Basta pensare agli avvenimenti dei mesi scorsi: parlando di pandemia e lockdown, le immagini che più spesso venivano trasmesse erano quelle delle piazze-simbolo d’Italia, vuote e silenziose come in un dipinto di De Chirico.

Oggi che le piazze sono tornate ad animarsi, vogliamo raccontare un po’ della storia di piazza Trento e Trieste a Monza. Iniziamo col dire che il suo nome originario era “pratum magnum”, una definizione utilizzata in epoca romana per indicare il grande spiazzo dove il popolo si riuniva per gestire gli affari…la piazza del mercato, insomma!

E così la tradizione è perdurata fino a noi, con il mercato del giovedì mattina e i mercatini del weekend. Nel passato gli scambi commerciali erano per lo più legati a raccolti e bestiame e anche l’annuale fiera di San Giovanni per molto tempo ha avuto luogo nel centro cittadino, come ben testimoniato dai dipinti di Bucci Bajoni e Caprotti conservati ai Musei Civici di Monza.

Un tempo utilizzata anche come parcheggio e prima ancora arredata con aiuole e fontane, piazza Trento e Trieste è oggi il risultato di numerose trasformazioni portate avanti dal XVIII secolo in poi. Ecco alcuni degli edifici che avremmo potuto incontrare, passeggiando sulla piazza monzese qualche secolo fa:

Il Teatro Arciducale (poi Teatro Sociale) : sorgeva sul lato sud della piazza e fu costruito per volere degli Asburgo su un progetto probabilmente fornito da Giuseppe Piermarini, tanto che era definito “la piccola Scala”. Andato distrutto da un incendio, fu poi ripristinato dai francesi e rimase attivo fino agli inizi del XX secolo col nome di “Teatro Sociale”. Nel 1932 l’edificio cambiò destinazione d’uso e divenne la sede della Casa del Fascio, inaugurata da Mussolini in persona. Ospita oggi l’Agenzia delle Entrate.

E a proposito di Mussolini…trovandosi nel 1932 a Monza, ne approfittò anche per inaugurare il Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale, realizzato su progetto di Enrico Pancera, che domina ancora oggi la grande piazza.

Il Seminario : prima ancora di avere questo utilizzo, l’edificio che sorge sul lato ovest della piazza era la sede del Convento di San Francesco, fondato agli inizi del Trecento e poi soppresso dopo il trasferimento della comunità monastica presso il Santuario Delle Grazie. Nel tempo, il palazzo fu utilizzato come caserma, ospedale e ufficio postale; divenne poi Seminario e fu così utilizzato fino al 1931, quando la comunità ecclesiastica si trasferì a Venegono. Oggi è la sede del Liceo Zucchi e le uniche tracce sopravvissute dell’antica chiesa sono le colonne incassate all’ingresso della struttura, dove rimangono anche alcuni resti di decorazione pittorica. Le trasformazioni dell’edificio iniziarono nel 1822, con la costruzione delle prime ali della struttura e l’accorpamento dell’antica chiesa francescana, e proseguirono per tutto il secolo fino alla definizione dell’edificio più o meno nelle forme attuali. La piccola torretta sul lato sinistro fu realizzata su indicazione di Mons. Rigamonti, che presso lo Zucchi insegnò matematica e fisica, ed era utilizzata come osservatorio astronomico.

La stecca Durini : i Durini, illustre e ricchissima famiglia milanese, divennero feudatari di Monza nel corso del XVII secolo, acquisendo le proprietà dei De Leyva, e mantennero questo ruolo almeno fino all’età napoleonica. Costruirono molte residenze nei loro possedimenti, tra cui le più note furono sicuramente le ville Mirabello e Mirabellino nella zona inglobata poi nel Parco di Monza. In pieno centro città sorgeva il loro Palazzo di rappresentanza, dal quale amministravano la giustizia e gestivano la città. Fu demolito tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo per fare spazio alle trasformazioni che portarono al radicale rifacimento della pizza. Tali cambiamenti furono incentivati soprattutto dal regime fascista che mirava a dare un aspetto monumentale alla zona, rendendola quasi “trionfale”.

In quest’ottica il nuovo Palazzo Civico, progettato dall’architetto Augusto Brusconi, doveva manifestarsi con imponenza sul territorio ed essere dotato degli immancabili balconi (verso piazza Trento e Trieste e verso Piazza Carducci) dai quali avrebbe potuto affacciarsi il rappresentante del potere per arringare la folla. Per la sua costruzione, avvenuta in tempi diversi tra il 1922 e il 1935, furono sacrificati numerosi edifici tardo-ottocenteschi e sparirono vie e piccoli slarghi adiacenti, in nome di quello che si definiva un volto “degno dei tempi nuovi”.

Molte modifiche non furono mai state messe in atto, come quelle che prevedevano l’apertura di una strada che collegasse direttamente la piazza con il Duomo sacrificando alcuni edifici di inizio Novecento, mentre altri interventi hanno sfigurato il volto della piazza, come la costruzione del grande condominio antistante il palazzo comunale negli anni ’60.

Una curiosità: con il rifacimento della pavimentazione della piazza e la sua completa pedonalizzazione qualche anno fa, sono state aperte delle luci in cui scorre dell’acqua. Si tratta di un ricordo dell’antica roggia Pelucca, che attraversava la città in questo punto e alla quale i monzesi devono lo sviluppo delle loro attività manifatturiere, prima tra tutte la lavorazione dei panni lana. Nel Medioevo era facile trovare vicino ai corsi d’acqua le cosiddette “chiodere”: telai in legno sulle quali la lana era stesa ad asciugare dopo il lavaggio, e che oggi sono riprodotte in metallo e in grandi dimensioni a lato della piazza. Avrete poi sicuramente notato, davanti alle vetrine dei negozi, degli strani simboli a terra , anch’essi ricordi dell’epoca medievale: riproducono le sigle con le quali le famiglie di mercanti e commercianti distinguevano le loro proprietà da quelle dei loro concorrenti, una sorta di “firma” d’altri tempi!

Se volete scoprire qualcosa di più sulle piazze di Monza, vi diamo appuntamento con una visita guidata online sabato 19 dicembre: https://www.artuassociazione.org/it/cosa-visitare/l-altra-monza-virtual-tour-monza-di-piazza-in-piazza

Art-U Associazione Culturale
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Associazione Culturale Art-U nasce nel 2012 dalla passione di sei laureate in Storia dell'arte e Archeologia, Chiara, Chiara, Elena, Ilaria, Valentina e Valentina, desiderose di valorizzare il patrimonio storico e artistico dei propri territori di origine.

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