Cosa serve per stare bene?

Cosa serve per stare bene? La risposta immediata è conoscere il bene, cioè sapere che esiste in noi e sapere che, se ci accostiamo a questo stato d’animo, siamo in grado di riconoscerlo, di discriminarlo rispetto ai tanti stati d’animo che viviamo.

La possibilità di conoscere il nostro personale benessere è quindi inscritto nella nostra storia: se non abbiamo avuto esperienza e conoscenza di noi in una condizione di benessere non siamo in grado di cercarlo e quindi trovarlo, né siamo in grado di riconoscerlo, di connotarlo in noi. Questo suggerisce che per stare bene è necessario essere preparati, essere – tanto o poco – allenati a vivere il benessere. Diversamente è una tragedia, come – mi permetto di sostenere – penso sia la vita di una paziente che ho incontrato tanti anni fa, mentre lavoravo in un reparto di psichiatria, la quale era allettata, legata e completamente delirante, dopo essersi buttata dal balcone per tre volte, senza mai riuscire a farla finita. Non aveva un osso che non fosse a pezzi, era tutta ricucita e nessuna cellula in lei cercava benessere ma solo morte… E per molto tempo mi sono domandato come fosse possibile che in lei nulla, ma proprio nulla, rimandasse ad un bisogno di benessere. Non ho mai trovato risposte, né l’ho più rivista, ma nonostante questo è possibile affermare che sicuramente questa paziente ha vissuto un’infanzia a dir poco terribile.

Infatti è durante l’infanzia che si “prende confidenza” con il benessere, che lo si può conoscere al punto che poi, quando si è grandi, lo si va cercando e lo si mantiene.

Ormai tutti sanno quanto sia importante questo periodo della nostra vita: un secolo fa il bambino era una sorta di piccolo adulto; oggi sappiamo che da tutti i punti di vista egli è cosa diversa rispetto all’umano adulto, soprattutto perché durante l’infanzia costruiamo le basi psico-fisiche che ci accompagnano per tutta la vita, compresa la capacità di stare bene. Ma come si fa? Soprattutto: come si costruisce bene il benessere del bambino prima e del futuro adulto poi? Di fatto, il grosso tema è crescere bene un bambino e non tanto quello di crescerlo con approssimazione e sufficienza, visto che nella maggior parte delle volte questo è quello che accade?

L’Unicef ogni anno denuncia una inadeguatezza educativa globale nei confronti dei bambini, e quindi non solo nei paesi poveri, verso i quali vengono riscontrate condizioni di povertà affettiva, di trascuratezza, di sfruttamento e di palese violenza nei loro confronti, in una misura pari a quasi la metà della popolazione infantile mondiale.

Le soluzioni educative esistono e già da tempo sono ampiamente divulgate e conosciute ma, visto i numeri e la consistenza del problema, credo sia importante ribadire alcuni aspetti che portano ad un bimbo che sta bene prima e ad un adulto che ricerca benessere dopo.

Prima di tutto è bene dire che dal punto di vista educativo non si può agire sempre sperando di ottenere un buon risultato. Vi sono momenti della vita più importanti per la crescita ed altri meno. Quelli fondamentali ai fini di una mente che può stare bene e che nel tempo non richieda terapia sono i primi cinque anni di vita e alcuni anni dentro il periodo adolescenziale. Stabilito che non vale tutto sempre, la possibilità di dare memoria di benessere ad un futuro adulto risiede nella possibilità di soddisfare almeno sei bisogni fondamentali del bambino.

Questi bisogni – esponendoli in ordine di importanza – sono: 1) bisogno di accudimento, nel senso che qualcuno si deve prendere costantemente cura del bambino mettendoci il cuore (la parola cura deriva da cuore); 2) bisogno di protezione fisica e quindi rispondere alle esigenze alimentari, oppure proteggerlo dalle intemperie ambientali, dai parassiti o dai pericoli naturali ed ambientali di cui siamo circondati; 3) il bisogno di essere accettati nella propria specificità e con le proprie caratteristiche personologiche, che un bambino già esprime nei primi giorni di vita; 4) il bisogno di essere stimolati secondo il proprio grado di sviluppo, affinché le sfide siano alla portata del livello di maturazione nel quale si trova il bambino; 5) il bisogno di avere limiti e regole espresse in modo chiaro e coerente nel tempo; 6) il bisogno del bambino di vivere all’interno di una comunità, con riferimenti sociali e culturali stabili.

Dunque, si sa cosa serve per stare bene! Serve un’esperienza educativa e di amore adeguata che in buona parte deve essere fornita dai genitori, affinché la persona che verrà possa cercare il benessere – pur potendolo perdere – in quanto inscritto nella sua memoria attraverso la soddisfazione dei suoi bisogni fondamentali di bambino.

Andrea Spatuzzi

Psicologo, psicoterapeuta


Monzese doc, curiosa scopritrice della propria città, amante degli eventi particolari, romantica cittadina che adora girare sulla sua bicicletta alla scoperta di cose nuove da condividere.

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