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Donne…due passi all’indietro

Donne…due passi all’indietro

C’è un luogo forse poco conosciuto a Monza, ma che io ho sempre trovato un po’ magico: il Mulino Colombo.

Probabilmente vi verrà in mente la famosa enoteca vicino al ponticello, ma esattamente dietro c’è la sede del Museo Etnologico di Monza (MEMB) : un posto dove vengono fatte, all’interno del vecchio mulino, delle mostre sempre molto particolari.

In occasione della festa della donna, è stato allestito un percorso nell’universo femminile dell’accessorio d’abbigliamento, in un periodo che va da metà Ottocento agli inizi del Novecento: “DONNE…DUE PASSI ALL’INDIETRO”.

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Ho trovato la mostra carinissima e molto curiosa: è suddivisa in sezioni che riguardano gli accessori eleganti, quelli da viaggio e quelli per le occasioni speciali come i matrimoni e le feste; uno sguardo viene anche rivolto alle classi meno abbienti, dove l’abbigliamento era molto semplice ed arricchito solo dalla “sperada”.

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Il periodo storico che viene trattato è di grande interesse per l’evoluzione dell’accessorio perchè si tratta di anni di grande cambiamento nelle classi sociali, soprattutto in ambito femminile. Osserviamo quindi borse, cappelli, scarpe, ombrelli, guanti che ci dimostreranno, anche per i materiali utilizzati, il rinnovamento in atto.

Il Memb, con il suo immenso patrimonio di oggetti, ancora una volta riesce ad illustrare molto bene la trasformazione dei costumi e dei modi di vivere quotidiani legati al processo di sviluppo che ha modernizzato la Brianza a cavallo dei due secoli.

Molto curiosa è anche la storia della borsa e dei tacchi, che non conoscevo.

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La borsa nasce come accessorio prettamente maschile, lo sapevi? Era una tasca di cuoio, portata a tracolla o attaccata alla sella, oppure un piccolo sacchetto piatto attaccato alla cintura o cucito al mantello.

Solo nel Medioevo si intravede una specie di borsa da donna, con lo scopo sia di contenere oggetti personali, sia estetico, ovvero oggetto alla moda per abbellire gli abiti. Nel Rinascimento invece le dame si facevano confezionare delle “borse” con stoffe preziose e ricami, mentre nel Seicento si iniziarono a far cucire nelle gonne delle fenditure per accedere facilmente alla tasche cucite o legate alla sottogonna.

La vera rivoluzione per la borsa si ebbe però nel Settecento, quando gli abiti dal bustino attillato non permettevano più di nascondere tasche o fagotti che avrebbero rovinato la linea della vita e dei fianchi. Fu inventato così il “reticolo”, piccolo sacchetto a rete che veniva appeso al braccio.

Da li’ alla borsetta il passo fu breve: nell’Ottocento divennero di moda borse piccole in velluto, seta, pelle, arricciate, con bottoni o con cerniere o catenelle, fino ad arrivare alla differenziazione fra borse da giorno e da sera.

Anche la storia delle scarpe mi è piaciuta molto: sai chi ha lanciato la moda dei tacchi da donna? Caterina de’ Medici!  Alla ricerca di un modo per compensare la sua mancanza di appeal estetico, Caterina indossò, durante una festa, delle scarpe con tacchi alti, dette “souliers à pont”, che le donavano un fisico più slanciato e una camminata più seducente. Visto il grande successo dei suoi tacchi, divennero con il tempo associati all’abbigliamento femminile.

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Altri tacchi famosi erano quelli di re Luigi XIV (il re Sole), sovrano francese di inizio Settecento, che spesso portava tacchi decorati, soprannominati poi “tacchi Louis”. Egli decretò che solo la nobiltà poteva indossare rialzi colorati rossi e che nessuno avrebbe mai potuto averli uguali ai suoi.

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Nel 1791 però i “tacchi Louis” scomparvero con la rivoluzione. Napoleone in seguito bandì i rialzi per cercare di dimostrare l’eguaglianza tra i cittadini.

Solo nel 1860 la calzature con i tacchi tornarono di moda: nell’età vittoriana infatti si sosteneva che il tacco alto avrebbe sottolineato in modo sensuale l’arco del piede ed era visto come simbolo di femminilità.

Dal 1870 nacque poi lo stile Liberty in Inghilterra o Art Nouveau nel continente: le scarpe più diffuse avevano la punta allungata ed una accollatura alta. Una novità fu l’introduzione delle scarpe da sera e da ballo, sempre eleganti ma più comode e stabili; per la vita di tutti i giorni invece si utilizzavano degli stivaletti con ghetta abbottonata.

I primi anni del XX secolo furono invece caratterizzati dall’influsso di vari stili affermatisi in Europa e di conseguenza in Italia, fino ad arrivare ai giorni nostri.

Altra curiosità che ho scoperto riguarda l’abito da sposa: lo sapevi che l’abito da nozze come noi lo intendiamo, bianco e lungo, è apparso solo a fine Ottocento fra le classi più ricche? Normalmente infatti ci si sposava con un abito nero, in modo che potesse essere riutilizzato anche in altre occasioni.

Perchè non farti quindi un giretto in centro Monza e passare dal Memb per tuffarti in un mondo pieno di cappelli, strascichi, pizzi, borsette, stivaletti e parasole gioiello? Potrai respirare l’eleganza delle donne monzesi tra Ottocento e Nocevento entrando nel Mulino Colombo.

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Questa è un’occasione per festeggiare degnamente la festa della Donna, andando a scoprire un pò della nostra storia anche attraverso la moda che ha sempre attirato la curiosità femminile e che sa raccontarci usi e costumi di tempi lontani.

Date un occhio particolare al velo da sposa ricamato completamente a mano e alla bellissima ed elegante tuba in garza nera e tulle da lutto, che vi attende all’ingresso: sono dei piccoli gioielli del passato.

Buona festa della donna da Monza Reale!

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“DONNE … DUE PASSI ALL’INDIETRO”

presso MULINO COLOMBO
vicolo Scuole 11
Monza
a cura del Museo Etnologico Monza e Brianza

da sabato 05 al 24 marzo 2016
Orari: martedì/giovedì 9-12; mercoledì/sabato/domenica 15-18; lunedì – venerdì: chiuso      
Ingresso: libero
Tel-fax:  039 230 4400 – museo@memb.it – www.memb.it

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Monzese doc, curiosa scopritrice della propria città, amante degli eventi particolari, romantica cittadina che adora girare sulla sua bicicletta alla scoperta di cose nuove da condividere.

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