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CRESPI D’ADDA: gita fuori porta in un villaggio speciale

In previsione del week end lungo del 25 Aprile, vorrei consigliarti una gita fuori porta molto particolare, in un posto che io amo tantissimo.

Se vuoi immergerti in un’atmosfera da Truman show e scoprire un villaggio dal fascino speciale, a pochi km da Monza e Milano, Villaggio Crespi d’Adda è il posto ideale per te.

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“Tutto ebbe inizio quando due capitani d’industria illuminati – Cristoforo Benigno Crespi e il figlio Silvio Benigno – vollero costruire sulle rive dell’Adda un villaggio ideale del lavoro, un piccolo feudo dove il castello del padrone fosse simbolo sia dell’autorità sia della benevolenza, verso gli operai e le loro famiglie.”

Ti troverai di fronte ad un modello di città ideale, un microcosmo autosufficiente dove la vita dei lavoratori e dell’intera comunità ruotavano intorno alla fabbrica, voluta dalla famiglia di industriali cotonieri Crespi e costruita a cavallo fra l’Ottocento e il Novecento.

L’idea era di dare a tutti i dipendenti una villetta, con orto e giardino, e di fornire tutti i servizi necessari alla vita della comunità: chiesa, scuola, ospedale, dopolavoro, teatro, bagni pubblici. Nato nel 1878 sulla riva dell’Adda, in provincia di Bergamo, anche questo esperimento paternalista ebbe inesorabilmente termine  alla fine degli anni Venti  con la fuoriuscita dei suoi protagonisti.

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Oggi il villaggio di Crespi ospita una comunità in gran parte discendente degli operai che vi hanno vissuto o lavorato; e la fabbrica stessa è rimasta in funzione fino al 2003, sempre nel settore tessile.

Ho adorato la filosofia degli industriali Crespi, grandi imprenditori illuminati che avrebbero molto da insegnare anche al giorno d’oggi: “Ultimata la giornata di lavoro, l’operaio deve rientrare con piacere sotto il suo tetto: curi dunque l’imprenditore che egli vi si trovi comodo, tranquillo ed in pace; adoperi ogni mezzo per far germogliare nel cuore di lui l’affezione, l’amore alla casa. Chi ama la propria casa ama anche la famiglia e la patria, e non sarà mai la vittima del vizio e della neghittosità. I più bei momenti della giornata per l’industriale previdente sono quelli in cui vede i robusti bambini dei suoi operai scorrazzare per fioriti giardini, correndo incontro ai padri che tornano contenti dal lavoro; sono quelli in cui vede l’operaio svagarsi ed ornare il campicello o la casa linda e ordinata; sono quelli in cui scopre un idillio o un quadro di domestica felicità; in cui fra l’occhio del padrone e quello del dipendente, scorre un raggio di simpatia, di fratellanza schietta e sincera. Allora svaniscono le preoccupazioni di assurde lotte di classe e il cuore si apre ad ideali sempre più alti di pace e d’amore universale.”

Questo è ciò che io ho provato ad immaginare passeggiando per le vie del villaggio, entrato  nella Lista del Patrimonio Mondiale Protetto in quanto “Esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del Sud Europa“: cercavo le immagini delle persone, felici nelle loro casette, oppure i bambini che giocavano nei prati, i dirigenti nei giardini delle loro estrose ville, i padroni sorridenti verso i loro dipendenti.

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La visita inizia dall’ingresso centrale del cotonificio Crespi, simbolo dell’architettura industriale fra Ottocento e Novecento, e prosegue osservando i capannoni della fabbrica che si ripetono in una affascinante prospettiva sulla via principale del villaggio.

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Ad un certo punto potrete notare anche l’imponente castello, residenza dei padroni, in stile medioevale che sembra quasi ergersi per controllare e custodire il suo feudo.

La cosa che però più mi ha affascinato del Villaggio, oltre al cimitero, sono state le casette operaie, in pieno stile inglese, disposte tutte ordinatamente, con i loro orti e giardini, abitazioni così all’avanguardia per i tempi. Per non parlare delle ville dei dirigenti, capireparto ed impiegati: molto eleganti, anche estrose, in stile eclettico.

 

Passeggiando poi troverete la chiesa, la scuola, il dopolavoro (con sale attrezzate per attività culturali, sportive, educative e assistenziali), il famoso lavatoio vicino alle case, costruito per non affaticare le donne,  e il cimitero dall’atmosfera così affascinante.

Si arriva ad esso tramite un muto e declinante percorso che conduce al camposanto, metafora dello scorrere della vita che porta il ricco e il povero sotto gli stessi centimetri di terra: all’interno si trova l’originale mausoleo della famiglia Crespi, attorniato dalle tombe dei dipendenti, piccole lapidi poste in ordine nel prato, simboleggiando un grande abbraccio. Questo è un posto magico, dove camminare silenziosamente ed immergersi nei propri pensieri.

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Ci sono anche tante curiosità su Crespi d’Adda: per esempio fu il primo villaggio italiano ad essere dotato di illuminazione pubblica; nella scuola tutto veniva fornito dalla ditta, dai libri, alle penne, ai grembiulini ed anche l’alloggio per gli insegnanti; venne costruita ad inizio Novecento una piscina al coperto gratuita con acqua calda, docce e spogliatoi; i Crespi fecero installare una linea telefonica privata che collegava il loro castello con la dimora milanese…e tante altre notizie curiose.

Non farti scappare la visita del villaggio Crespi d’Adda, il tempo sarà anche clemente durante questo lungo fine settimana e sono certa che sarà una bella scoperta per gli adulti ed un grande insegnamento per i bambini, che potranno ammirare un esempio unico di città operaia.

Buon divertimento da Monza Reale!

www.monzareale.com

DOV’E’ CRESPI D’ADDA?

Il Villaggio Crespi d’Adda è una frazione di Capriate San Gervasio, in provincia di Bergamo, al confine con la provincia di Milano.

IN AUTO

TRAMITE AUTOSTRADA (raccomandato)

Autostrada Milano-Bergamo: uscite al casello di Capriate, che dista da Crespi 2,5 km. Dal casello è sufficiente seguire le indicazioni per Crespi d’Adda.

STRADE NORMALI (pochi cartelli)

Seguite le indicazioni per Capriate San Gervasio, raggiungete il semaforo di Via Vittorio Veneto, quindi seguite le indicazioni per Crespi d’Adda.

 


Monzese doc, curiosa scopritrice della propria città, amante degli eventi particolari, romantica cittadina che adora girare sulla sua bicicletta alla scoperta di cose nuove da condividere.

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  1. Avatar
    andrea6961

    22 aprile

    L’ha ribloggato su andreasattaphotoe ha commentato:
    mi hai convinto. ci andrò.

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