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Monaca di Monza: la storia d’amore di Suor Virginia e Gian Paolo Osio

La Monaca di Monza da sempre rappresenta uno dei personaggi più importanti per la nostra città per la sua storia d’amore in piena regola, di quelle che si leggono nei romanzi: passionale, struggente, clandestina e non a lieto fine.

Un coup de foudre davvero da film quello fra Suor Virginia, la giovane Signora di Monza, e don Gian Paolo Osio, bello, ricco e dannato.

Il destino volle che la casa dell’Osio fosse confinante con il convento di Virginia, mettiamoci poi l’animo da dongiovanni di lui, la giovane età e l’innocenza di lei, e tutto fu esplosivo!

Nel 1597 Virginia aveva 21 anni quando Osio la conobbe:  stava regalando della frutta del suo orto (decisamente regali d’altri tempi) all’educanda Isabella Hortensi per cercare di conquistarla e la maestra della ragazza, ovvero Virginia, lo rimproverò e segnalò l’accaduto.

Dopo circa un mese avvenne il primo delitto dei tanti delitti che segnarono questa storia d’amore: Osio uccise Giuseppe Molteni, collaboratore dell’amministratore dei beni dei De Leyva, e molto affezionato a Virginia.

Egli cercò di farsi perdonare da lei ed iniziò un corteggiamento, come si suol dire, con i fiocchi: regali, lettere, suppliche…fino a farla innamorare!

Ecco cosa diceva Virginia alla sua confidente Benedetta, mentre guardava il vicino di casa dalla finestrella del convento: ” Si potrebbe mai vedere la più bella cosa?”.

Era questo l’inizio di una grande passione che durò tanti anni!

Esplose così il grande amore di Virginia, disperata e preoccupata per quello che le stava succedendo, da come si legge in una testimonianza molto toccante del suo processo: ” E perché avevo sentito dire che mangiandosi dello sterco di colui che amavasi tre notti, gli si sarebbe venuti in odio, io perciò ebbi a cibare del suo sterco e ne mangiai con fidigo e cipolle. Lo mangiai nel parlatoio piccolo. Altre mattine ne bevvi, sì che ebbi grande vomito”

Il primo incontro clandestino fra Virginia e l’Osio non fu uno dei più romantici: lui infatti la violentò alla presenza delle monache sue complici, Benedetta ed Ottavia. La violenza subita pero’ non impedì a Virginia di provare una passione sfrenata per quell’uomo, che durò per ben dieci anni.

Nel convento iniziò così una situazione lussuriosa che nessun romanziere avrebbe potuto immaginare.

Osio stava anche con le consorelle di Virginia, ma le considerava “femmine di sfogo”. Cresciuto nel palazzo accanto al convento, era un boss, aveva i Bravi, se qualcuno lo ostacolava, lo uccideva. Ma era innamoratissimo di Virginia. Entrambi ventiquattrenni, giovanissimi, potenti e colmi di passione.

Virginia ebbe prima un figlio maschio da lui, che morì però subito dopo il parto. Alcuni anni dopo invece Virginia partorì una bambina, chiamata Alma Francesca Margherita, cresciuta poi dalla madre dell’Osio e che mantenne sempre i contatti con la madre, anche durante la prigionia.

La situazione fra i due amanti però degenerava sempre più con il passare del tempo: iniziarono infatti a perseguitare le persone che volevano intralciare la loro storia, Virginia sfruttava malamente il suo potere in quanto Signora di Monza, le consorelle del Convento venivano continuamente minacciate.

I cittadini monzesi iniziarono così a preoccuparsi, senza però denunciare i fatti che accadevano in città.

Osservavano increduli quella che potrebbe essere una vera e propria telenovela dei giorni nostri, ma ambientata in Brianza nel 1500.

La situazione si aggravò quando venne uccisa Suor Caterina, una ragazza che aiutava Virginia nella faccende domestiche. Sembra che la conversa, dopo un rimprovero della Monaca di Monza, iniziò a minacciare di svelare la loro relazione.

Durante la notte Osio venne fatto entrare in convento ed uccise la ragazza, nascondendo poi il corpo. Questo fu solo uno dei vari omicidi che costellarono tragicamente la loro storia, insieme per esempio a quello del fabbro e del farmacista.

La città di Monza stette in silenzio per anni, fino a quando poi la situazione peggiorò sempre di più, facendo sentire i cittadini in pericolo e portandoli a denunciare i fatti alle autorità milanesi.

Da allora si aprì un nuovo e tragico capitolo della storia della Signora di Monza: la sua carcerazione.


Monzese doc, curiosa scopritrice della propria città, amante degli eventi particolari, romantica cittadina che adora girare sulla sua bicicletta alla scoperta di cose nuove da condividere.

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