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Arengario Monza: il fulcro della città

Arengario Monza: il fulcro della città

L’Arengario è da sempre il fulcro della città di Monza per noi abitanti, ma non solo. Ci sarete passati davanti o dati appuntamento chissà quante volte e magari in questi giorni ci andate apposta per ammirare il videomapping natalizio sulle sue pareti. E’ da sempre l’edificio che sorge nel cuore del centro storico di Monza e ne rappresenta un pò  l’emblema.

Arengario è un termine che deriva dal tedesco e significa “luogo di riunione”; i primi documenti che lo citano risalgono al 1290 circa e ne evidenziano l’utilizzo come la sede dei consigli comunali. Inizialmente questi incontri si svolgevano nel chiostro adiacente al Duomo, poi per evitare ingerenze da parte della Chiesa negli affari della città si decise di costruire un palazzo dedicato all’amministrazione comunale, che sorgesse comunque a breve distanza dalla Cattedrale così da sottolineare che il potere laico non fosse inferiore a quello ecclesiastico.

L’edificio ha una struttura molto diffusa nei palazzi comunali lombardi: a piano terra un porticato accoglieva piccole attività commerciali e gli “uffici” all’aperto di notai e avvocati; al primo piano un ampio salone ospitava le riunioni del Consiglio Comunale e all’occorrenza diventava la prigione notturna per coloro che non avessero rispettato l’orario di coprifuoco.

Arengario Monza

L’ingresso all’Arengario avveniva attraverso un monumentale scalone posto sul lato rivolto verso via Vittorio Emanuele: quando questo fu eliminato, per garantire una migliore circolazione dei tram provenienti dalla “strada di Milano” (via Italia), si iniziò ad utilizzare la scala a chiocciola posta alla base della torre campanaria. Sulla torre è presente l’orologio meccanico che si dice fu tra i primi installati in Lombardia. Il lato corto rivolto verso via Italia fu arricchito agli inizi del Trecento dalla “parlera”, il balconcino in pietra dal quale venivano lette le “grida” al popolo che si radunava ai piedi dell’edificio.

Piazza Roma fu realizzata nel XIX secolo, e fino a quel momento l’Arengario si trovava circondato da altre costruzioni tra cui il palazzo del Podestà, il “sindaco” dei tempi antichi, che poteva raggiungere la sala del Consiglio utilizzando un corridoio che correva sopra i tetti degli edifici circostanti.

L’ Arengario nell’Ottocento rischiò anche di essere demolito: ostacolava il passaggio dei tram ed era ormai fatiscente, essendo stati spostati gli uffici comunali altrove: furono i cittadini monzesi a salvarlo, recuperando fondi per restaurare quello che consideravano un simbolo della loro identità Comunale. I lati corti, meglio conservati, furono utilizzati come modello per il recupero dei lati lunghi; in questa operazione si persero però definitivamente le pitture sulle superfici: risalivano all’epoca medievale e rappresentavano coloro che erano stati condannati per frode e i debitori insolventi (nella seconda metà del XV secolo,gli Sforza vietarono in tutto il loro Ducato questa pratica considerandola un cattivo biglietto da visita nei confronti dei forestieri che arrivavano in città).

Piccola curiosità: se vi capita di passeggiare sotto il portico dell’Arengario guardate i pilastri. Uno in particolare, vicino alla Torre campanaria, ha delle profonde fessure…sono le tracce lasciate dai soldati che per secoli hanno utilizzato questa pietra per affilare le lame delle loro armi!


Associazione Culturale Art-U nasce nel 2012 dalla passione di sei laureate in Storia dell'arte e Archeologia, Chiara, Chiara, Elena, Ilaria, Valentina e Valentina, desiderose di valorizzare il patrimonio storico e artistico dei propri territori di origine.

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