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San Gerardo dei Tintori: la storia della Chiesa del Santo delle ciliegie

San Gerardo dei Tintori, illustre cittadino monzese dedito all’assistenza dei poveri e malati, morì il 6 Giugno nel lontano 1207, ma Monza ogni anno lo festeggia con grande affetto.

Fin da subito si sviluppò nei suoi confronti una fortissima devozione: i monzesi lo definirono “Santo”, anche se Gerardo non prese mai i voti, e presso la sua tomba nel piccolo cimitero adiacente alla chiesa di Sant’Ambrogio ad nemus, si susseguirono i pellegrinaggi e la raccolta di ex voto, in particolare riproduzioni in cera di parti del corpo per le quali si chiedeva una guarigione miracolosa.

Addirittura dopo soli 40 giorni dopo la sua morte, Gerardo fu invocato a protezione della città di Olgiate Comasco, colpita da un morbo contagiosissimo che mieteva numerose vittime: secondo tradizione, gli Olgiatesi riconoscenti per la guarigione, si recarono in pellegrinaggio a Monza per pregare sulla tomba del Santo e così fecero sempre e fanno tuttora ogni anno, il 25 Aprile (Nb. nel 2020 questa secolare tradizione si è interrotta, per cause ben note).

Nonostante la grande devozione popolare, fu però necessario nel tardo XVI secolo l’intervento di Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, perchè il culto di San Gerardo fosse ufficialmente decretato dal Pontefice e stabilito che la sua commemorazione cadesse il 6 Giugno, che per i monzesi già da molto tempo coincideva con un giorno di festa.

L’antica chiesa di Sant’Ambrogio ad nemus (ossia “presso il bosco” che si estendeva fino al Santuario delle Grazie Vecchie) fu dedicata a San Gerardo (al corpo, visto che ne custodisce le reliquie) e agli inizi del nuovo secolo si iniziò a progettare una nuova struttura per conservare le spoglie del Santo, poi realizzata nel corso del XVIII secolo: l’antico sarcofago in serizzo in cui erano state deposte, fu abbandonato a favore di un’urna in marmo collocata in posizione elevata dietro l’altare, in modo da essere meglio visibile ai fedeli.

Ma ancora non bastava, e nel giro di qualche decennio ci fu un’ulteriore traslazione: le spoglie del Santo furono infine collocate in un’urna di cristallo e spostate ancora più in alto, in una nicchia sopra l’altare di quello che ormai tutti definivano “il Sacro Deposito”, l’antico abside della chiesa di Sant’Ambrogio trasformato nel mausoleo di Gerardo.

Nel corso del XIX secolo, la crescita delle popolazione del borgo rese necessario l’ampliamento dell’edificio: si decise di inglobare letteralmente la chiesa antica in una struttura ben più ampia, trasformandola di fatto nel braccio destro del transetto della nuova chiesa. Il progetto fu affidato all’architetto Giacomo Moraglia e la prima pietra fu posta dal Vicerè Ranieri d’Asburgo in una cerimonia solenne nel 1836.

Bisognerà attendere circa 50 anni per la consacrazione della chiesa: un imponente edificio di stile neoclassico, decorato prevalentemente nella seconda metà dell’Ottocento, con una vasta cupola alta 40 metri e un campanile alto 60 metri, che ingloba la struttura preesistente. La facciata fu invece completata all’inizio del Novecento ed è concepita come un grande tempio classico, arricchita da statue di Santi in nicchie (collocati però molto recentemente, nel 1985) e rilievi che narrano alcuni episodi significativi della vita di San Gerardo, realizzati da Benedetto Cacciatori che tra le sue opere annovera anche la decorazione dell’Arco della Pace di Milano.

Tra gli episodi narrati, hanno la prevalenza quelli legati all’attività assistenziale condotta da Gerardo in vita e innanzitutto, in posizione centrale sopra il portale d’ingresso, la rappresentazione dell’atto di fondazione dell’Ospedale.

Gerardo, appartenente a una ricca famiglia monzese, aveva deciso di donare tutte le sue sostanze e i terreni di sua proprietà per la creazione del primo ospedale laico cittadino (fino a quel momento -1174 – i luoghi di ricovero erano stati gestiti esclusivamente dagli ordini religiosi), che sorse lungo le sponde del Lambro là dove oggi troviamo l’Oasi San Gerardo.

Il Santo non vestì mai l’abito religioso, ma visse una vita al servizio degli altri facendo voto di castità e obbedienza e fu protagonista di numerosi e famosi miracoli.

I più celebri sono quelli ricordati ogni anno dalla città di Monza, di cui è compatrono insieme a San Giovanni Battista, in occasione della sua festa.

Il primo è quello che racconta di come Gerardo avesse chiesto ai custodi della basilica di San Giovanni, il permesso di fermarsi in chiesa per una notte di preghiera, volendo così scongiurare la distruzione della città per mano del Barbarossa. Avendo ottenuto l’autorizzazione (peraltro si diceva che Gerardo potesse entrare in chiesa a porte chiuse!), si sdebitò offrendo ai custodi dei cesti di ciliegie…in pieno inverno!

Il secondo, famosissimo miracolo è rievocato dal posizionamento della statua del Santo nelle acque del Lambro, proprio di fronte al luogo in cui sorgeva il suo ospedale: si narra che Gerardo abbia attraversato il fiume in piena utilizzando il suo mantello come zattera, essendo stato distrutto il ponte in legno dalla furia delle acque, per portare viveri agli ammalati…ed è per questo che ancora oggi, proprio nei giorni vicini al 6 Giugno, la statua del Santo è collocata nel fiume in compagnia di un cestino con vino, pane e le immancabili ciliegie!

Chi di voi domani comprerà le ciliegie? 🙂

 

San Gerardo dei Tintori


Associazione Culturale Art-U nasce nel 2012 dalla passione di sei laureate in Storia dell'arte e Archeologia, Chiara, Chiara, Elena, Ilaria, Valentina e Valentina, desiderose di valorizzare il patrimonio storico e artistico dei propri territori di origine.

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